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TORRENT DETAILS
Revolver
TORRENT SUMMARY
Status:
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Titolo originale:Revolver
Paese:Gran Bretagna
Anno:2005
Durata:115 minuti
Genere:Azione
Regia:Guy Ritchie
Sceneggiatura:Guy Ritchie, Ethan Gross, Paul Todisco
Fotografia:Tim Maurice-Jones
Musiche:Nathaniel Mechaly
Produttore:Luc Besson, Marty Katz, Virginie Silla
Produttore esecutivo:Steve Christian
Casa di produzione:Europa Corp.
Data di uscita:Ottobre 2005 (al cinema)
Jason Statham
interpreta Jake Green
Ray Liotta
interpreta Dorothy Macha
Vincent Pastore
interpreta Zack
André Benjamin
interpreta Avi
Mark Strong
interpreta Sorter
Francesca Annis
interpreta Lily Walker
Terence Maynard
interpreta Billy
Altri personaggi e interpreti
Anjela Lauren Smith
interpreta Doreen
Elana Binyshi
interpreta Rachel
Anjela Lauren Smith
interpreta Doreen
Faruk Pruti
interpreta Ivan (Billy's Bodyguard)
Shend
interpreta Teddy (Billy's Bodyguard)
Bill Moody
interpreta Al
Stephen Walters
interpreta Joe
Vincent Riotta
interpreta Benny
Tom Wu
interpreta Lord John
Il film segue le vicende a Las Vegas di Jake Green, interpretato da Jason Statham, uno scaltro ma tormentato giocatore d'azzardo alle prese con un violento boss, Dorothy Macha, interpretato da Ray Liotta.Green appena uscito dopo sette anni di isolamento in prigione, ha appena scoperto di avere un infiammazione del sangue, che lo ucciderà in tre giorni. Viene incontrato da una banda, Zack e Avi, gli squali del prestito, che promettono di proteggerlo dal boss Macha che lo vuole morto.In cambio lui deve stare a due patti:
dare tutti i suoi soldi a loro;
rispondere a tutte le loro domande.
Inizia così ad andare in giro con i due personaggi degli squali, effettuando dei lauti prestiti a persone bisognose, applicando alti tassi d'interesse.Intanto Macha, è intricato in affari con il signor Sam Gold, a cui deve fornire della cocaina.Intenato si scopre che in prigione Green aveva incontrato due misteriosi gemelli, che evadono e lo derubano di tutto quello che aveva, ma gli lasciano un libro di formule.Intanto Green e i suoi "amici" squali derubano Macha della cocaina, che deve andare a procurarsene dell'altra, e quindi va a chiederla a lord John, un asiatico suo avversario nello spaccio.La droga però viene nuovamente rubata dal gruppo degli squali, poco prima dello scambio tra gli asiatici e Macha, provocando una difficile situazione tra Macho e lord John.Successivamente Green scopre che in realtà non stà morendo, ma appena uscito dal medico, viene investito da una macchina, o almeno sembra, una telefonata lo salva. Intanto inizia a farsi alcune domande.
Nel frattempo Macha scopre che dietro a tutto c'è Green, tramite suo fratello, il quale è sotto due cocainomini, opportunisti che vogliono mettersi in luce con Macha.Macha e lord John iniziano una guerra tra di loro, e si susseguono diversi avvenimenti, non ultimo un fallito attentato a Macha, e la morte di lord John.Inizia una fase in cui Green sente delle voci, e non riesce neanche ad uccidere Macha quando va a trovarlo di notte nella sua camera da letto.Ma anche Macha una volta sveglio e con di fronte Green non riesce ad ucciderlo.Successivamente il fratello di Green viene torturato dagli uomini di Macha per sapere dove lui si è nascosto, mentre allo stesso tempo a Macha fa visita una signore emissaria da mr. Gold.
Giovani registi crescono. E qui si vede. Frase forse banale e scarna, o forse no, ma se posta appena dopo l’inizio dei titoli di coda di “Revolver” acquista un suo perché. Guy Ritchie, non solo regista ma anche produttore e sceneggiatore (conosciuto alle cronache mondane come Guy “il-marito-di-Madonna” Ritchie) dopo un frizzante binomio d’esordio (“Lock and Stock”, ”The Snatch”), dimostra una drastica maturazione nel film in questione, abbandonando gli ambienti londinesi, lotte tra gangster, diamanti e quant’altro per addentrarsi con una certa profondità negli intricati piani psicologici dei personaggi, non più visti come burberi e violenti mafiosi, ma cervellotici e sfaccettati esseri umani.
“Revolver” ci presenta una storia affascinante, fatta d’astuzia e poca action, sorretta da dialoghi interessanti fra Green e tutti i personaggi che mano a mano entrano in scena. La scelta dell'io-narrante come voice-over del protagonista funge bene, personalizza la vicenda e tende ad ingannare lo spettatore che non può far altro che essere attirato dai ragionamenti di Jack, per poi scoprire con un misurato colpo di scena, merito di una solida sceneggiatura, la dolorosa verità. La fotografia, calda e chiaro-scura nei momenti giusti, rende profondi i lunghi intermezzi dialogici, così come è apprezzabile la densità recitativa di Green / Statham, che delinea un personaggio oscuro e mono-espressivo (da non intendersi come una critica, in questo caso troppa espressività sarebbe risultata fuorviante) , in antitesi all’aggressività mefistofelica di un ottimo Liotta / Macha, tutto da gustare. Le cifre di Ritchie si riscontrano in splendide oggettive irreali e in momenti chiave del film, nei quali il regista gioca con il fattore tempo, collegando flash-forward e presente filmico autocitandosi da “The Snatch” (la scena del cartone del latte, ndr) ma, soprattutto, adottando insolite stravaganze stilistiche palesate in splendidi inserti “cartoon”, strizzando consciamente l’occhio al “Kill Bill” di Tarantino.
Insomma un prodotto interessante, originale e per certi versi piacevolmente sperimentale: un significativo passo in avanti per il regista britannico che evidenzia una sempre più acuta destrezza nel rendere originali ed espressive storie / personaggi, dando corpo in questa pellicola ad un’approfondita analisi introspettiva, punto fondamentale per ispessire un racconto cinematografico, riuscendo comunque a non rallentare troppo lo svolgimento, e di conseguenza il film stesso. Adatto perciò a coloro che desiderano un buon plot, non canonico, e che non disdegnano qualche gustoso azzardo stilistico. L’occhio vuole la sua parte quindi. E qui si vede.
La frase
Jake Green:
« Se c'è una cosa che ho imparato negli ultimi sette anni è che in ogni partita, in ogni truffa, ci sono sempre un avversario e una vittima. Il trucco è di sapere quando sei la vittima per poter diventare tu l'avversario. »
Curiosità
La cabala e riferimenti numerici
All'interno del film Guy ha voluto ricordare la tradizione ebraica della cabala, rappresentata dalla triade:
• Avi, che sta per Abramo;
• Zach, che sta per Isacco;
• Jake, che sta per Giacobbe.
Inoltre il numero 32 ricorre più volte nel film.