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TORRENT DETAILS
Black Sabbath - 13 (2013)[MT]
TORRENT SUMMARY
Status:
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Titolo Album: 13
Artista: Black Sabbath
Data di pubblicazione: 10 giugno 2013
Durata: 53 minuti e 31 secondi
Genere: Heavy metal
Dischi: 1
Tracce: 8
Produttore: Rick Rubin
Etichetta: Vertigo, Republic
01 - End of the Beginning 08:05
02 - God Is Dead? 08:52
03 - Loner 04:59
04 - Zeitgeist 04:37
05 - Age of Reason 07:01
06 - Live Forever 04:46
07 - Damaged Soul 07:51
08 - Dear Father 07:20
I Black Sabbath – il cui nome proviene da un romanzo di Dennis Wheatley - si formano ad Aston, Birmingham, all’inizio del 1969 come derivazione del gruppo di jazz-fusion Earth. Sono Ozzy Osbourne (voce), Tommy Iommi (chitarra), Terence “Geezer” Butler (basso) e Will Ward (batteria). È l’etichetta Fontana a fare firmare loro per prima un contratto a fine ‘69, ma il gruppo approda nel 1970, dopo un singolo invenduto, all’etichetta Vertigo.
Il loro primo e omonimo album, del febbraio 1970, arriva all’ottavo posto delle classifiche inglesi, mentre negli USA, edito su Warner e pubblicato in novembre, si ferma al numero 23. Nell’agosto del ‘70 il loro singolo "Paranoid" - ancor’oggi salutato come una pietra miliare dell’hard’n’heavy – si piazza al quarto posto. In settembre è già pronto PARANOID, album che prende appunto nome dal singolo omonimo: un classico del genere che non fa fatica ad agguantare il numero uno tra i dischi più venduti in patria.
La parabola discendente raggiunge il gruppo nel 1979 quando il leader Ozzy Osbourne abbandona definitivamente la band. Il gruppo sopravvive – tra alti e bassi – con il solo Tony Iommi della formazione originale fino al dicembre del 1997 quando si riunisce e realizza REUNION che esce nell’ottobre del 1998 e diventa disco di platino.
La canzone "Iron Man" fa conquistare ai Black Sabbath il loro primo Grammy Award come Best Metal Performance. Dopo un’ulteriore separazione nel 1999, nel febbraio 2001 la band annuncia di riunirsi ancora per una volta in occasione della sesta edizione dell’Ozzfest, il festival estivo creato da Ozzy Osbourne. Il gruppo aggiunge anche l’intenzione di lavorare a un nuovo album in studio con del nuovo materiale. Purtroppo, una prova in studio fallimentare con il produttore Rick Rubin e l’inizio della partecipazione di Ozzy al reality su Mtv ispirato alla vita della sua famiglia, fanno accantonare il progetto .
Nel novembre 2005 i Black Sabbath entrano a far parte della Uk Music Hall of Fame e nel marzo dell’anno successivo della prestigiosa Rock and Roll Hall Fame.
Discografia essenziale:
1970 - Black Sabbath
1970 - Paranoid
1971 - Master of Reality
1972 - Black Sabbath, Vol. 4
1973 - Sabbath Bloody Sabbath
1975 - Sabotage
1976 - Technical Ecstasy
1978 - Never Say Die!
1980 - Heaven and Hell
1981 - Mob Rules
1982 - Live Evil (live)
1983 - Born Again
1986 - Seventh Star
1987 - The Eternal Idol
1989 - Headless Cross
1990 - TYR
1992 - Dehumanizer
1994 - Cross Purposes
1995 - Forbidden
1995 - Cross Purposes Live (live)
1998 - Reunion (live)
2002 - Past Lives(live)
2007 - Live at Hammersmith Odeon (live)
2013 - 13
Sito ufficiale Back Sabbath: url=http://www.blacksabbath.com/
Non sono pochi 35 anni: anzi, giustificano senza dubbio scetticismi e perplessità. E chi scrive, dello scetticismo e della perplessità (in caso di reunion di vecchie glorie e dinosauri del rock in primis) è cavaliere di gran croce. Dunque un album dei Black Sabbath dopo 35 anni, con una formazione che all’inizio doveva essere originale al 100%, ma poi lo è divenuta al 75% – peraltro con un povero Tony Iommi sofferente e provato dalla malattia – non arriva decisamente annunciato dai migliori auspici. Al contrario, di primo acchito evoca quell’aroma di provola tanto gradevole in una fiera enogastronomica, quanto sospetto in caso di dischi: come dire… il primo pensiero è “Ci stanno provando, hanno finito i soldi”.
Ma è un errore pensarla così. Ozzy e i suoi avranno anche finito i soldi (e saranno affari loro, comunque), ma alla fine “13” è davvero molto, molto, molto meno peggio di quanto ci si potesse aspettare in preda al catastrofismo e al disfattismo più rock. E non è poco.
Partendo dal presupposto che la favola del ritorno dei Black Sabbath – come quella di qualsiasi altra formazione che ha avuto il suo momento di gloria 20,30,40 anni fa – è semplicemente roba da raccontare ai bimbi per propiziar loro una buona notte, “13” risulta comunque un album convincente, non destinato a fare la storia, ma in grado di evocare la grandezza di una band che ha segnato il cammino del rock con veri e propri capolavori seminali.
In questi otto brani la mano di Rick Rubin ha guidato la ritrovata compagine di Birmingham (meglio: originaria di Birmingham) verso una riscoperta delle sue radici più profonde, legate al sound blues e psichedelico degli anni Sessanta. Quindi il nome del gioco che si svolge nell’arena di “13” è proto-hard rock e proto-metal con inflessioni prog, così come lo si sarebbe suonato tra il 1969 e il 1971… ma con un delizioso spunto di modernità regalato dal batterista Brad Wilk (Rage Against The Machine), che non ha il tocco morbido e killer di Bill Ward, ma regala un feeling attuale e più violento ai brani.
Dall’apertura proto-doom di “End of the beginning” si capisce che la band c’è e non sta semplicemente smarchettando; lo conferma il singolo “God is dead?”, che se solo durasse la metà dei suoi otto minuti e 50 secondi sarebbe quasi perfetto. Ma la vera sorpresa giunge con il terzo brano, in cui si percepisce chiaramente la scintilla sabbathiana, quella che ce li ha fatti amare e studiare a menadito nel tempo che fu: “Loner”, dal riff pachidermico è quasi un viaggio nel tempo, quando l’heavy metal era ancora da inventare però c’era chi già lo suonava.
Il livello resta decisamente alto per tutto l’album, ma il vero momento clou è il brano numero sette, quella “Damaged soul” costruita come un blues barcollante, malato e velenoso… musica per anime stanche e sconvolte, che ti accompagna a fare un tour guidato in un panorama céliniano difficile da scrollarsi di dosso. Unico neo di un album che segna un bel ritorno è forse la produzione di Rubin, che, per quanto impeccabile a modo suo, poteva essere di sicuro più ruvida e “vintage”. Ma del resto il 1970 è andato da un bel po’…
Code:
Generale
Nome completo : Black Sabbath - 13 (2013)[MT]1 - End Of Beginning.mp3
Formato : MPEG Audio
Dimensione : 18,6MiB
Durata : 8min 5s
Modo bitrate generale : Costante
Bitrate totale : 320 Kbps
Album : 13
Album/Esecutore : Black Sabbath
Traccia : End Of Beginning
Traccia/Posizione : 01
Esecutore : Black Sabbath
Pubblicato da : Universal
Genere : Heavy Metal
Data registrazione : 2013
Compressore : LAME3.99r
Copertina : Yes
Descrizione copertina : text_c_03
Tipo di copertina : Cover (front)
Copertina MIME : image/jpg