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Edizioni italiane:
Titolo: Mein kampf - La mia battaglia
Anno: 1940, 1992
Editore: Bompiani, Nuova Timec
Mein Kampf (La mia battaglia) è il saggio pubblicato nel 1925 nel quale Adolf Hitler espose il proprio pensiero politico e delineò il programma del partito nazista, accompagnandolo ad un'autobiografia. Il testo venne definito il "catechismo" della Gioventù hitleriana.
Secondo più testimonianze, nella redazione del testo, ed in particolare nella correzione delle bozze, Hitler fu aiutato da un amico, il sacerdote cattolico Bernhard Stempfle, peraltro rimasto vittima della Notte dei lunghi coltelli, si dice a causa proprio del lavoro di correzione svolto che poteva minare l'infallibilità dell'autore.
Edizione inglese:
Titolo: Mein kampf - My struggle
Anno: 1939
Editore: Hurst and Blackett
Mein Kampf (English: My Struggle) is a book by Nazi leader Adolf Hitler. It combines elements of autobiography with an exposition of Hitler's political ideology. Volume 1 of Mein Kampf was published in 1925 and Volume 2 in 1926. The book was edited by the former Hieronymite friar Bernhard Stempfle who later died during the Night of the Long Knives.
Hitler began dictation of the book while imprisoned for what he considered to be "political crimes" following his failed Putsch in Munich in November 1923. Although Hitler received many visitors initially, he soon devoted himself entirely to the book. As he continued, Hitler realized that it would have to be a two-volume work, with the first volume scheduled for release in early 1925. The governor of Landsberg noted at the time that "he [Hitler] hopes the book will run into many editions, thus enabling him to fulfill his financial obligations and to defray the expenses incurred at the time of his trial."
Edizione spagnola:
Titolo: Mein kampf - Mi lucha
Anno: 1960
Editore: Editora Latino Americana
Mi lucha (en alemán Mein Kampf) es un libro escrito por Adolf Hitler, combinando elementos autobiográficos con una exposición de ideas propias de la ideología política del nacionalsocialismo.
El libro perfila las ideas principales que el régimen alemán llevaría a término durante su gobierno. Especialmente prominente es el amor al pueblo alemán de Hitler, aceptando entre otras teorías Los protocolos de los sabios de Sion. Por ejemplo, denunciaba que el esperanto era parte de un complot judío, y argumenta sobre la vieja idea nacionalista alemana de Drang nach Osten: ('Incentiva hacia el Este') la necesidad de ganar Lebensraum ('espacio vital') hacia el Este, especialmente en Rusia.
Hitler empleaba las tesis principales del «peligro judío», que hablaba de una conspiración judía para ganar el liderazgo mundial. Aun así explica muchos detalles de la niñez de Hitler del proceso por el que se volvió cada vez más antisemita y militarista, especialmente durante sus años en Viena. En el segundo capítulo, escribe sobre cómo veía a los judíos en las calles de la ciudad, y entonces se pregunta: «¿Eran aquellos alemanes?».
Por lo que se refiere a las teorías políticas, Adolf Hitler describe su aversión a los que cree son los males gemelos del mundo: el comunismo y el judaísmo, y manifestaba que su propósito era erradicarlos de la Tierra. También anunció que Alemania necesitaba obtener nuevo territorio: Lebensraum. Esta tierra nueva alimentaría el "destino histórico" del pueblo alemán; esta meta explica por qué Hitler invade Europa, tanto por el este como por el oeste, antes de lanzar su ataque en la Unión Soviética.
Hitler se presentaba a sí mismo como el Übermensch, frecuentemente traducido como «superhombre», término que empleaba Friedrich Nietzsche en sus escritos, especialmente en el libro Así habló Zaratustra. Para Nietzsche el Übermensch es una persona capaz de generar su propio sistema de valores identificando como bueno todo lo que procede de su genuina voluntad de poder.
Biografia dell’autore:
Figlio di un padre autoritario e repressivo, Adolf Hitler nasce nella piccola cittadina austriaca di Braunau am Inn nel 1889. La precoce morte della madre (a cui era estremamente legato), inoltre, lascia profonde ferite nel suo animo.
Iscrittosi alla scuola Reale di Linz, è un allievo problematico e dal rendimento non certo brillante. Fatica ad integrarsi, a studiare e ad avere un rapporto armonico con studenti e professori. Il risultato di questo disastroso "iter" scolastico è che di lì a qualche anno abbandona l'istituto. Si trasferisce allora a Vienna cercando di entrare all'Accademia di Belle Arti, spinto da certe velleitarie tendenze artistiche (testimoniate anche da numerosi quadri). L'Accademia però lo respinge per ben due anni consecutivi, generando in lui notevole frustrazione, alimentata anche dal fatto che, non possedendo una licenza superiore, è impossibilitato a iscriversi alla facoltà di Architettura, possibile nobile ripiego alle bocciature in Accademia.
Il suo quadro psicologico, così, tende a farsi preoccupante. Sono anni bui, segnati fra l'altro da episodi di vagabondaggio e di isolamento sociale (senza contare il grave decadimento fisico a cui questo stile di vita lo stava conducendo). Si racconta che girasse, ironia della sorte, nei ghetti ebraici come un fantasma, vestito di un soprabito nero e sformato (donatogli da un occasionale amico ebreo) ed estremamente trascurato nell'aspetto.
Negli anni di Vienna, comincia a sviluppare il suo odioso e ossessivo antisemitismo. Per campare, deve rassegnarsi a fare l'impiegato, mentre nel tempo libero discute di politica con amici e conoscenti, con una veemenza tale da lasciare spesso esterrefatti gli interlocutori. I suoi discorsi, spesso fluviali e monologanti, sono contrassegnati da estrema decisione, punti di vista privi di sfumature e da un'esaltazione della violenza come soluzione per i problemi che affliggono la società.
In particolare, contesta ferocemente le teorie marxiste e bolsceviche, soprattutto per il loro rifiuto dei valori borghesi e capitalistici. Il solo sentir parlare di comunismo gli provoca crisi isteriche. A odio si aggiunge odio quando scopre che tra i principali fautori e divulgatori di tali idee si cela gran parte dell'intellighentia ebraica. Nel suo delirio, comincia ad addossare agli ebrei le colpe più assurde. Di essere internazionalisti e materialisti (quindi contro la supremazia dello stato nazionale), di arricchirsi a scapito dei cittadini di altre religioni, di minare la supremazia della razza tedesca nell'Impero, ecc.
Nel 1913 decide di partire per Monaco e nel 1914, dinanzi al Consiglio di revisione a Salisburgo, viene riformato per cattive condizioni di salute. Quando, il 1° agosto 1914, c'è la dichiarazione di guerra, Hitler è addirittura felice e non vede l'ora di partecipare all'"impresa". Scoppiata quindi la prima guerra mondiale si distingue sul campo guadagnandosi numerosi riconoscimenti militari. Nel 1918 però la Germania viene sconfitta e la cosa lo getta nello sconforto. Naufragavano quell'Impero e quella vittoria, per i quali aveva appassionatamente combattuto per quattro anni. Bisogna rilevare, per una comprensione maggiore della cause che porteranno la Germania a scatenare il successivo conflitto e per capire fino a che punto egli fosse in grado di intercettare gli umori dei suoi connazionali, che questo senso di frustrazione e di umiliazione per la sconfitta era comune a tutti i tedeschi del tempo.
Successivamente, sempre a Monaco (siamo nel 1919), inizia la sua attività politica vera a propria costituendo l'anno seguente il Partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP). Gli esordi sono burrascosi, tanto che in seguito alle sue attività di agitatore viene arrestato. Durante la prigionia scrive il "Mein Kampf" orrendo manifesto della sua ideologia, infarcita di nazionalismo, razzismo, convinzioni circa la superiorità di una presunta "razza ariana", odio contro ebrei, marxisti e liberali. Scarcerato dopo soli 9 mesi, torna alla guida del NSDAP. La grande crisi economica del 1929 permette a Hitler e al suo movimento di far leva sul malcontento di alcune frange della popolazione esasperate da disoccupazione e tensioni sociali. Alle elezioni del 1930 il suo partito cresce di molto guadagnando oltre un centinaio di seggi in parlamento. Intanto Hitler impiega le sue camicie brune, una vera e propria organizzazione paramilitare, negli scontri di piazza. L'ascesa del nazismo è iniziata.
Nel 1932 Hitler perde le elezioni per pochissimi voti ma l'anno seguente il partito nazista è già il primo partito della Germania. Il consolidamento del potere di Hitler avviene con l'eliminazione degli avversari all'interno e all'esterno del partito. Come primo provvedimento dichiara fuorilegge il partito comunista arrestandone i leader principali, poi scioglie tutti i partiti tranne il NSDAP. Nel 1934, nella celebre quanto sanguinaria e terrificante "notte dei lunghi coltelli" fa eliminare con un massacro oltre un centinaio di camicie brune, divenute scomode e di difficile controllo. L'anno seguente ottiene il potere assoluto proclamandosi Fuhrer (capo supremo del Terzo Reich), e istituendo un apparato militare di controllo e repressione di burocratica ferocia. A capo di questo apparato vi sono le famigerate SS che, insieme alla Gestapo (polizia di Stato con pieni poteri), istituirono il sistema dei campi di concentramento per eliminare gli oppositori.
Le persecuzioni cominciano a colpire con virulenza gli ebrei espulsi in massa dai loro incarichi lavorativi e, con le leggi antirazziali del 1935, privati della cittadinanza tedesca e in seguito deportati nei campi di sterminio. Sul piano della politica estera il programma prevedeva l'unione di tutte le popolazioni germaniche in un'unica grande nazione con il compito di colonizzare l'Europa e distruggere i sistemi comunisti. Alla luce di questo progetto imperialista, nonostante i patti internazionali, Hitler comincia una corsa al riarmo, mentre in contemporanea stringe un Patto d'Acciaio prima con Mussolini e in seguito con il Giappone.
Nel 1939 si annette l'Austria con un colpo di mano ancora in qualche modo "politico" (ossia con il consenso sostanziale degli stessi austriaci) mentre Francia e Inghilterra, quasi stordite, rimangono a guardare. Senza più freni inibitori e in preda ad un delirio di onnipotenza, invade la Polonia, malgrado avesse stipulato un patto di non aggressione poco prima, poi la Cecoslovacchia. A quel punto, le potenze europee, conscie dell'enorme pericolo che si andava profilando, dichiarano finalmente guerra alla Germania, ormai però preparatissima alla guerra, suo reale e nient'affatto recondito scopo.
Scoppia dunque la cosiddetta seconda guerra mondiale. In un primo momento, fra l'altro, stringe paradossalmente alleanza con la Russia di Stalin (il celebre patto Molotov-Ribbentrop), patria degli odiati bolscevichi. Nel 1940 invade la Francia mentre De Gaulle si rifugia in Inghilterra per organizzare la resistenza, poi l'Africa del Nord. L'avanzata della Germania a questo punto sembra inarrestabile. Solo l'Inghilterra, forte di un "alleato" naturale come la Manica, che tante volte l'ha protetta anche in passato, ancora resiste e anzi sconfigge un primo tentativo di invasione di Hitler.
Nel 1941, in preda alle sue mire espansionistiche e nonostante i patti che aveva stipulato con l'URSS decide di invadere anche la Russia. Sul fronte europeo la Germania è impegnata anche nella difficile e logorante guerra con l'Inghilterra, un vero osso duro, ma stranamente Hitler trascura e relega in secondo piano questo conflitto. Inizialmente poi, la campagna di Russia sembra a lui favorevole e l'avanzata tedesca vittoriosa e inarrestabile. I contadini russi attuano però una strategia difensiva di grande intelligenza, bruciando ogni cosa dietro di sè in attesa dell'arrivo del grande inverno russo, sapendo che è quest'ultimo il vero, importante alleato. Intanto, inaspettatamente gli USA entrano in guerra in difesa dei Russi. La Germania si trova dunque ad essere attaccata su due fronti, ad Est dai Sovietici e a Ovest dagli Alleati. Nel 1943 avviene la disastrosa ritirata dalla Russia, poi la perdita dei territori africani; gli alleati sbarcavano poi in Normandia e liberavano la Francia (1944). Il Giappone veniva bombardato con le armi atomiche e costretto in questo modo alla resa.
Nel 1945 il cerchio di fuoco si chiude intorno a Berlino. Nel 1945 Hitler, sconfitto ed isolato nel bunker della Cancelleria dove tenta ancora una strenua difesa, si toglie la vita dopo aver sposato la sua amante, Eva Braun (suicida anch'essa insieme a lui), e redatto le sue ultime volontà. I loro cadaveri, frettolosamente bruciati dopo essere stati cosparsi di benzina, saranno rinvenuti dalle truppe sovietiche.
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