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TORRENT DETAILS
Zucchero - Chocabeck 2010[MT]
TORRENT SUMMARY
Status:
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Titolo Album: Chocabeck
Artista: Zucchero
Data di pubblicazione: 03 Novembre 2010
Durata: 43 minuti e 26 secondi
Genere: Folk, Soul
Dischi: 1
Tracce: 11 + 1 Bonus Track
Produttore: Don Was, Brendan O'Brien, Zucchero
Etichetta: Universal, Polydor
01 Un Soffio Caldo 5:04
02 Il Suono Della Domenica 3:39
03 Soldati Nella Mia Città 3:21
04 E' Un Peccato Morir 3:43
05 Vedo Nero 3:56
06 Oltre Le Rive 4:44
07 Un Uovo Sodo 3:17
08 Chocabeck 4:47
09 Alla Fine 3:46
10 Spicinfrin Boy 3:55
11 God Bless The Child 3:49
12 Someone Else's Tears (Bonus Track) 3:39
Adelmo “Zucchero” Fornaciari nasce a Roncocesi in provincia di Reggio Emilia il 25 settembre 1955. Tra il 1970 e il 1978 inizia ad esibirsi nel circuito dei locali con il suo primo gruppo, Le Nuove Luci, e poi con altre formazioni come Sugar & Daniel e Sugar & Candies. Nel 1981 vince il Festival di Castrocaro con "Canto te", mentre l'anno successivo partecipa al Festival di Sanremo con il brano "Una notte che vola via". Il 1983 è l'anno di uscita del suo primo album, UN PO' DI ZUCCHERO, anticipato da una nuova partecipazione al Festival di Sanremo con il brano "Nuvola". Nel 1985 torna per la terza volta a Sanremo, con una rinnovata formula musicale in cui all'approccio melodico tradizionale si sostituisce una più spiccata influenza rhythm'n'blues: il brano presentato è DONNE e diventa il suo primo grande successo, spingendo in classifica l'album ZUCCHERO & THE RANDY JACKSON BAND. Nel 1986 RISPETTO raggiunge il primo posto nella hit parade italiana; con "Canzone triste" Zucchero partecipa a Sanremo e vince il Festivalbar. Nel 1987 esce BLUE'S, che diventa il disco più venduto dell'anno, mentre l'anno successivo l'artista emiliano debutta anche come compositore di colonne sonore, firmando la musica del film di Tinto Brass SNACK BAR BUDAPEST. Nel 1989 esce ORO INCENSO E BIRRA, a cui segue un imponente tour. L'8 e il 9 dicembre del 1990 Zucchero tiene due storici concerti al Cremlino di Mosca dai quali viene tratto il suo album dal vivo ZUCCHERO LIVE AT THE KREMLIN. Nel 1991 l’artista emiliano incide con Paul Young la versione in inglese di "Senza una donna" e partecipa al Freddie Mercury Tribute che si svolge il 20 aprile allo stadio di Wembley, a Londra. In contemporanea mondiale nel 1992 esce MISERERE, il suo ottavo album, mentre Zucchero si esibisce al Pavarotti International. Nel 1993 l'artista emiliano viene premiato con il World Music Award come artista italiano che ha venduto più dischi, nel 1994 si esibisce a Woodstock mentre l'anno successivo pubblica il suo nono album, SPIRITO DIVINO. Nel '96 arriva il suo primo greatest hits, che supera i 3 milioni di copie vendute, e due anni dopo è la volta di BLUESUGAR, undicesimo album della sua discografia anticipato dall'uscita del singolo "Blu". Nel 2001 tocca a SHAKE, preceduto dal singolo “Baila (sexy thing)” che riporta il soul man nostrano all’attenzione del grande pubblico. Il brano vola in vetta alle classifiche dei singoli e dell’airplay radiofonico e il disco ottiene 300.000 prenotazioni solo in fase di prevendita. Il 2004 è l'anno di ZU&CO, l'attesissimo e annunciatissimo album di duetti: Zucchero rielabora diverse collaborazioni internazionali della sua carriera (da Miles Davis a Sting) e incide nuovi brani con artisti come Macy Gray e Dolores O'Riordan. Il disco viene presentato il 6 maggio con un concerto alla Royal Albert Hall: il concerto viene prima pubblicato in un DVD singolo nel 2004, poi ripescato a fine 2005 in THE ULTIMATE DUETS COLLECTION, che contiene anche due CD con le collaborazioni più importanti realizzate del cantante. L’anno seguente l’album FLY (il primo disco di inediti in cinque anni) è affidato alla produzione dell’americano Don Was (Dylan, Rolling Stones, Bonnie Raitt) e riporta Zucchero verso sonorità analogiche e decisamente “vintage”. Alla scrittura dei testi collaborano (un brano ciascuno) Jovanotti e Ivano Fossati; la versione internazionale dell’album contiene anche una cover di “A salty dog” dei Procol Harum tradotta in coppia con Pasquale Panella. Mentre si conclude un lungo tour, diviso tra Italia ed estero, Zucchero pubblica la raccolta ALL THE BEST, anticipata dal singolo “Wonderful life”, una delle cinque nuove canzoni incise per l'occasione.
A fine 2008 esce il doppio CD+DVD LIVE IN ITALY, documento del tour 2008. Ad inizio 2009 riforma - assieme a Dodi Battaglia, Maurizio Vandelli e Fio Zanotti - Adelmo E I Suoi Sorapis, che partecipano al Festival di Sanremo come "padrini" della figlia Irene Fornaciari, in gara tra gli esordienti.
Zucchero – Sito Ufficiale : http://www.zucchero.it/][b]
[b] “Il titolo di questo album poteva essere ‘ciocabec’. In dialetto emiliano questa parola rappresenta il rumore, lo schiocco del becco di un animale che non ha nulla da mangiare e fa rumore con il becco che non ha nulla da addentare perché mio padre, famiglia di comunisti, mi diceva, quando io andavo da lui a dire ‘papà che c’è da mangiare?’, lui rispondeva ‘di ciocabec’, ovvero nulla. Ed io non capivo cos’era sta roba e dicevo ‘dammeli allora sti ciocabec, non me li dai mai’. Bello! Io stavo bene all’epoca e davanti a casa mia c’era la chiesa dove andavo a suonare l’organo. Poi mi hanno portato in Versilia, dove non mi sono mai adattato e appena ho potuto mi sono spostato a Pontremoli dove si respira già un’altra aria”.
Così spiegava Zucchero all’ADN Kronos quattro anni fa, all’uscita di “Fly”; evidentemente l’idea era stata solo rimandata e non dimenticata, perché “ciocabec” - in una traslitterazione pensata per renderne la pronuncia uguale anche in inglese, cioè “Chocabeck” - è diventato il titolo del nuovo disco del cantante di Roncocesi. “Questo è un concept album, almeno nelle mie intenzioni: omogeneo nei suoni e nelle tematiche, racconta una giornata festiva, dall’alba al tramonto, in un paese che potrebbe essere quello della mia infanzia”.
Un disco di radici, dunque: quasi simbolico che ad aprirlo sia una canzone scritta con Francesco Guccini, “Un soffio caldo”, primo di un trittico di brani lenti e riflessivi, intimisti e suggestivi. Il secondo, “Il suono della domenica”, sorta di manifesto dell’intero album, nella versione del disco per il mercato europeo diventa, con un testo di Bono degli U2, “Someone else’s tears”; il terzo, “Soldati nella mia città”, rievoca immediatamente tematiche degregoriane - i soldati, le suore, la neve - e fa ripensare, anche nell’ampiezza dell’apertura melodica, a “Diamante”, la canzone con testo di De Gregori inclusa nell’album “Oro incenso e birra”, 1989 (Diamante era anche il nome della nonna di Zucchero, spirito-guida di questo album, nel libretto del quale è presente in una fotografia col nipotino Adelmo, allora forse di tre-quattro anni). Curiosa, nel testo, una citazione letterale dal testo di “Impressioni di settembre” della Premiata Forneria Marconi, firmato da Mogol: “dalla nebbia filtra già”.
Solo al quarto brano arriva un po’ di ritmo: è il singolo attualmente nelle radio, “E’ un peccato morir”, che apre con una chitarra immediatamente evocativa di “C’è una strana espressione nei tuoi occhi” dei Rokes (l’arrangiamento ricalcava quello della canzone originale, “When you walk in the room”, nell’esecuzione dei Searchers) e il cui divertente testo - scritto da Pasquale Panella - elabora l’espressione tipica emiliana del titolo e cita “Gloria” di Umberto Tozzi (anzi, di Giancarlo Bigazzi: “Gloria, sei nell’aria”) e “Azzurro” di Adriano Celentano (anzi, di Paolo Conte: “all’incontrario va”).
Ritroviamo lo Zucchero sanguigno e amabilmente volgarotto che ci è tanto simpatico nella successiva “Vedo nero”: la musica è di Mimmo Cavallo, il testo scherza sul colore del pelo pubico femminile e ricicla vecchie barzellette (“Me la vedo nera, disse la marchesa camminando sugli specchi”, “Come disse il pesce infarinato: sono fritto”). Una canzone terragna e spensierata, probabilmente destinata a diventare un momento clou dei concerti dal vivo.
Si torna alle atmosfere meditative con “Oltre le rive”, scritta con Pacifico e Max Marcolini (quest’ultimo ha collaborato alla pre-produzione e alla realizzazione di tutto il disco); più leggera e sorridente “Un uovo sodo”, sixties nei suoni e nell’andamento, con begli spunti nel testo: una canzone che cresce ad ogni successivo ascolto; mentre “Chocabeck”, pulsante e vivace, su testo efficacemente sonoro di Panella, si fregia della partecipazione vocale nientemeno che di Brian Wilson (“in mezza giornata ha cantato otto tracce vocali armonizzate” riferisce ammirato Zucchero) che la segna indelebilmente di Beach Boys - anche se, Dio mi perdoni, qua e là fa venire alla mente anche “Mamma Maria” dei Ricchi e Poveri.
Inevitabilmente malinconica e nostalgica, fra archi e sonorità beatlesiane, è “Alla fine”, scritta per un amico scomparso. Mentre “Spicinfrin boy” è una dedica al se stesso bambino (“un bambino carino e un po’ selvatico, in famiglia mi chiamavano così”), con i ricordi del padre e - ancora - della nonna; una canzone dolce ed emozionata, con passaggi inequivocabilmente panelliani nel testo (“nel tramonto bello assai”, “visi persi nel viavai”, “pasciuto di sciupìo”).
L’album si chiude con “God bless the child” (no, non quella di Billie Holiday: questa è firmata da Zucchero con Roland Orzabal dei Tears For Fears): quasi un canto ecclesiastico, di grande suggestione, in cui i più anziani riconosceranno - nel passaggio “Like a child that can never grow old”, poi “Let him dream, let him sing, let him go” - la frase melodica “’cause there’s not enough love to go round” della non dimenticata “Sympathy” dei Rare Bird (1970). In occasione della presentazione del disco, avvenuta domenica 31 ottobre a Brescello, Zucchero avrebbe voluto suonare questo brano all’organo nella chiesa del paese, ma sembra che, a dispetto del parere positivo del parroco, sia intervenuto un veto vescovile.
Complessivamente, dopo tre ascolti, l’album mi pare un lavoro molto buono. Merito non solo della produzione (Don Was e Brendan O’Brien più Zucchero), degli ottimi musicisti che l’hanno suonato, o delle canzoni (fra le quali però per il momento non mi pare di aver colto il brano epocale, quello che segnerà l’immagine di “Chocabeck”: in altre parole, non mi pare che ci sia il capolavoro, ma potrei ricredermi in futuro). Grande merito della riuscita del disco, direi, è soprattutto dell’interprete: di Zucchero che canta benissimo, con intensità e con espressività, con dolcezza e con passione e con sentimento - “macché blues, Zucchero canta soul” diceva uno che ci lavorava anni fa, ed è un complimento.
Il disco uscirà per il mercato anglosassone in versione ancora diversa da quella per l’Europa di cui si diceva all’inizio: i brani saranno tutti tradotti in inglese, e due di questi avranno i testi firmati da Iggy Pop (“Alla fine” e “Chocabeck”, che diventeranno rispettivamente “Too late”, e “Spirit together”).
Franco Zanetti - ROCKOL.IT
Code:
Generale
Nome completo : Zucchero - Chocabeck (2010)
320kbps-Mp3-Folk/Soul[MT]- 01- Un soffio caldo.mp3
Formato : MPEG Audio
Dimensione : 11,6 Mb
Durata : 5min 2s
Modalità bitRate generale : Costante
BitRate totale : 320 Kbps
Compressore : LAME3.92
Commenti : AsTrA
Audio
Formato : MPEG Audio
Versione del formato : Version 1
Profilo del formato : Layer 3
Durata : 5min 3s
Modalità : Costante
BitRate : 320 Kbps
Canali : 2 canali
SamplingRate : 44,1 KHz
Dimensione della traccia : 11,6 Mb (100%)
Compressore : LAME3.92
Impostazioni compressione : -m s -V 4 -q 5 -lowpass 21.4