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La Spada - Yukio Mishima
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Autore: Yukio Mishima
Titolo: La Spada
Anno: 1963
Lingua originale: giapponese
Genere: romanzo
Pagine: 80
Formato: PDF
Dimensioni: 584 Kb
.: Trama :.
Tema unificante di questo libro è la vita e la drammatica morte di Yukio Mishima (1925-1970), uno dei più grandi scrittori del Novecento, figura emblematica, inquietante e affascinante.
La prima parte del libro è composta da La spada, il lungo racconto che raccoglie tutti i grandi temi di Mishima: il mito della forza, l’equazione bellezza-violenza e bellezza-morte, l’erotismo. La spada è l’arma con cui lo scrittore si diede la morte al termine della clamorosa occupazione del ministero della Difesa, e con una spada venne decapitato ritualmente, come convenuto, da uno dei compagni che l’avevano seguito in quell’azione. La seconda parte è la lunga, commovente commemorazione di Mishima di un altro grande scrittore, Henry Miller, ai suoi antipodi per cultura, concezione della vita, valori. «Quando lessi della drammatica fine di Mishima, sentimenti alterni s’impadronirono di me. Pensai a tutte le contraddizioni della sua natura e, contemporaneamente, pensai a me stesso. […] Gioventù,
bellezza e morte – questi sono i temi che caratterizzano gli scritti di Mishima. Le sue ossessioni, potremmo chiamarle. Tipiche, potremmo dire, anche dei poeti occidentali, almeno di quelli romantici. Nel nome di tale trinità Mishima crocifisse se stesso: un martire, proprio come lo furono i primi cristiani. […] Si è detto che preparò la sua sensazionale morte con mesi di anticipo. In verità era vissuto con il pensiero della morte, e della morte da darsi di propria mano, per anni e anni».
La terza parte del libro è costituita da una serie di documenti eccezionali su come fu preparata e come avvenne quella morte, che sconvolse il Giappone e impressionò profondamente il mondo intero. Una straordinaria e completa appendice conclude il volume.
.: Autore :.
« La vita umana è breve, ma io vorrei vivere per sempre »
(Yukio Mishima, biglietto d'addio lasciato prima del suicidio rituale, il 25 novembre 1970)
Yukio Mishima (三島由紀夫), pseudonimo di Hiraoka Kimitake (平岡公威) (Tokyo, 14 gennaio 1925 – Tokyo, 25 novembre 1970) è stato uno scrittore e drammaturgo giapponese.
Mishima è uno dei pochi autori giapponesi che hanno riscosso immediato successo all'estero (più che in Giappone stesso, dove la critica lo ha più volte stroncato). Le sue numerosissime opere spaziano dal romanzo alle forme rimodernizzate e riadattate di teatro tradizionale giapponese Kabuki e Nō, quest'ultimo rivisitato in chiave moderna. Personaggio difficile e complesso, era in realtà un nazionalista nostalgico, un conservatore decadente come lo definì Alberto Moravia che lo aveva incontrato nella sua casa in stile occidentale in un sobborgo di Tokyo. Tuttavia Mishima stesso si identificò sempre come apolitico, soprattutto visto il suo astio nei confronti dei politici a lui contemporanei. Sicuramente uno dei suoi ideali più forti è il patriottismo, che ha ispirato anche numerosi personaggi delle sue opere, oltre al culto per l'Imperatore, non come personaggio storico o figura autoritaria ma come ideale astratto dell'essenza del Giappone tradizionale.
Con la sua tragica morte avvenuta in diretta televisiva nel 1970 all'età di quarantacinque anni (data studiata e ponderata accuratamente), con il suicidio rituale (seppuku), durante l'occupazione simbolica del ministero della difesa, suggellò la conclusione insieme della sua vita e della sua vicenda letteraria. Infatti poco prima del suo suicidio aveva consegnato all'editore l'ultima parte della tetralogia Il mare della fertilità (completata comunque tre mesi prima della consegna, ma sulla quale appare, nell'ultima pagina, la data simbolica "25/11/1970", quasi come a volere lasciare il suo ultimo testamento).
La sua uscita di scena era stata organizzata con lucidità e freddezza. Uscendo dal suo studio per andare incontro all'epilogo della sua vita lascia un biglietto in cui era scritto «La vita umana è breve, ma io vorrei vivere per sempre». Tuttavia è necessario ed indispensabile ricordare che la morte ha sempre ossessionato Mishima durante tutta la sua vita, un'ossessione che si riflette chiaramente nelle sue opere.
Mishima fu anche fondatore di una organizzazione paramilitare, di cui lui era capo e finanziatore, chiamata Tate no kai (Associazione degli scudi) che rifiutava in maniera netta ciò che lui definiva una sottomissione del Giappone, ossia il Trattato di San Francisco del 1951 col quale il suo paese aveva rinunciato per sempre a possedere un esercito affidando la propria difesa agli Stati Uniti. Mishima insistette spesso sulla funzione non reale ma simbolica del suo esercito, composto solo da 100 giovani selezionati dallo scrittore stesso, inteso come esercito di salvaguardia dello spirito tradizionale giapponese e difensore dell'Imperatore.
Un antico verso ancora oggi ricordato è "hana wa sakuragi, hito wa bushi[/i]" (花は桜木人は武士) che tradotto significa "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero"