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La Storia Siamo Noi - Giuseppe Mazzini [TVrip - AVI - Ita] Doc TNT Village
GIUSEPPE MAZZINILa storia siamo noi
Controlla questo link per il video http://www.youtube.com/watch?v=H_xUVQpi23c&feature=player_embedded
:::-Scheda tecnica del filmato-:::
Titolo: gIUSEPPE mAZZINI
Serie Tv: La Storia Siamo Noi
Emittente: RaiStoria
Trasmesso: 20/03/11
Genere: Documentario storico
Conduttore: Giovanni Minoli
Audio: Italiano
Sottotitoli: n.d.
:::-Giuseppe Mazzini-:::
Pippo era chiamato in famiglia e dalle persone intime, forse per affezione al sopranome deriva anche il nome preferito "Filoppo Strozzi" usato per copertura negli anni successivi, con il quale firm? anche parecchi articolo e opuscoli.
Nacque a Genova il 22 Giugno 1805 , la famiglia apparteneva alla borghesia di professionisti con ristrette possibilit? economiche, ma con la ferma fede in principi morali e civili. Il padre medico era un cattolico osservante e aveva una formazione culturale integrata con le idee illuministiche imperanti in quel periodo, e non cambi? opinione anche in seguito alle lotte politiche e di pensiero di Genova che seguivano l'impulso della Rivoluzione Francese, nelle quali partecip? dovendo pagare probabilmente anche con l'esilio. Attraverso una rigida educazione inculc? nel figlio idee di libert? e anticonformismo.
Cresciuto in questo contesto crebbe ben presto in Giuseppe un malessere esteso verso la monarchia, che individuava col sinonimo di tirannide e verso quelle forme di formalismo religioso che in quei tempi inculcava la societ? in diversi momenti. Gi? nell'ambiente scolastico - universitario era conosciuto come una matricola turbolenta e mordace dal gesto impulsivo. Nel 1827 si laurea in diritto canonico e civile (ma non eserciter? mai l'avvocatura), e nello stesso periodo risale la sua affiliazione ai movimenti carbonari genovesi.
Collabora successivamente con alcuni giornali reazionari quali "Indicatore Genovese " e "Indicatore Livornese" , viaggia in Toscana e compie affiliazioni anche con i lombardi per reclutare adepti alla carboneria. Viene riconosciuto Maestro dell'ordine nel 1830, ma successivamente viene arrestato in seguito ad una provocazione poliziesca e rinchiuso poi nel carcere di Savona dove verr? liberato per mancanza di prove 1831. Subisce tuttavia una misura punitiva che lo obbliga a scegliere tra l'esilio e il confino; preferisce l'esilio e il 10 febbraio si rifugia a Ginevra, da dove passa subito a Lione e quindi a Marsiglia, dove fonda la Giovine Italia.
L'ambizione di Mazzini, fondando la Giovine Italia era di formare uno Stato italiano "indipendente, libero e repubblicano". Per comprendere appieno la concezione mazziniana della storia, gli individui e i popoli devono contribuire al bene dell'umanit?: gli individui nella cosciente attuazione dei propri personali doveri devono fare dell'Italia tramite una "rivoluzione di popolo" una nazione saldamente unita, indipendente dallo straniero, libera nei suoi ordinamenti e sovrana, padrona cio? di s? e del suo destino; fondare una repubblica democratica basata sul suffragio universale, in quanto solo il popolo, senza distinzione di classe, di ricchezza o di religione, ? sovrano e ha quindi diritto di auto governarsi; lottare per un sistema sociale migliore sulla base di una pi? giusta distribuzione delle ricchezze; rinnegare il predominio di una nazione sull'altra e contribuire invece al pacifico progresso di tutta l'umanit?. Al seguito del dilagare fra la popolazione Italiana delle idee repubblicane e democratiche promosse dalla carboneria e dall'operato di Mazzini lo stato piemontese nel 1833 svolge diversi processi politici con i quali cerca di troncare la diffusione della "Giovine Italia", condannando a morte in contumacia Giuseppe Mazzini.
Nel 1834 fallita la spedizione dei Savoia si rifugia a Berna dove il 15 aprile sottoscrive l'atto di fratellanza che da vita alla Giovine Europa. Gli insuccessi non disarmarono il suo animo, anzi lo rafforzarono nei suoi ideali che si fecero pi? vasti con la fondazione della Giovane Europa, fine che persegu? tra indicibili difficolt? e pericoli, costretto a vagabondare in diverse citt? della Svizzera. Obbligato a lasciare la Confederazione, si rifugi? a Londra (1937) dove si difese dalla miseria collaborando con scritti storici, letterari e politici a diversi giornali locali ma diffondendo sempre incrollabilmente l'ideale dalla Giovane Italia e ne annuncia la ricostruzione. Messosi in contatto con elementi italiani, fond? una scuola italiana per bimbi poveri e due periodici, l'Apostolato popolare e L'Educatore. Nel 1847 scrisse la lettera A Pio IX indicandogli la via da seguire per realizzare l'unit? e la libert? in Italia . Scoppiati a Milano i moti del marzo 1848, giunse nella citt? liberata, accolto con grandi feste dal governo provvisorio. Fallita la proposta di alleanza dei repubblicani col re sardo, protest? pubblicamente contro l'unione della Lombardia con il Piemonte e venne in aperto dissidio con il governo provvisorio della Lombardia e da qui ancora l'esilio.
Dopo il 9 Febbraio del 1849 , in seguito della costituzione della Repubblica Romana, contestualmente alla decadenza del papato come forma di governo temporale fu nominato triumviro. e si apprest? instancabilmente ad apprestare le difese dopo l'intervento francese. Fu questa una fase , anche se durata solo pochi mesi, che vede realizzato in parte il sogno di Mazzini e di quelle persone che seguendo il suo ideale tennero fede ai loro doveri e realizzarono nel territorio Italiano la prima repubblica Libera, gestita dal popolo in forma democratica e che rende il popolo stesso sovrano delle proprie decisioni. Gli stati circostanti con il governo francese in prima linea non tardarono certamente ad aggredire questa nuova Repubblica, non valsero a niente le offerte di pace, le garanzie date al Papa e la ricerca di alleanze con gli stati vicini, perch? le monarchie ritenevano di dovere eliminare questa forma di governo che avrebbe condotto alla rivoluzione e alla perdita del potere e dei privilegi acquisiti nei secoli alle classi dirigenti e alle corti. .La piccola, coraggiosa, volonterosa repubblica, fu aggredita con una determinazione degna di ben altro avversario e sconfitta in breve tempo.
Caduta Roma, riprese la via dell'esilio ancora sorretto da ardente fede continu? a diffondere la ribellione contro gli oppressori dell'Italia, dell'Ungheria, della Polonia, ma i tempi sembravano mutati e i tentativi degli oppressi fallivano. Torn? in Italia, fu in diverse citt? per riannodare i fili spezzati perseguendo l'obiettivo per il quale aveva sempre lottato, un' Italia Repubblicana e libera. .
Visse gli ultimi anni tra Londra e Lugano. In seguito al suo ultimo tentativo rivoluzionario in Sicilia nel 1870, che non ebbe alcun seguito, denunciato da una spia, fu arrestato e internato a Gaeta. Liberato da un'amnistia, sotto il nome di dottor Brown, fu ospitato da Giannetta Nathan Rosselli; mor? a Pisa nel 1872, la sua tomba si trova a Genova nel cimitero di Staglieno.
:::-La Giovane Italia e la giovane Europa-:::
I falliti moti del 1820-1821 e lo studio dei maggiori autori romantici (primo fra tutti Ugo Foscolo) lo spinsero, insieme ad alcuni coetanei, a una riflessione originale sulle cause che impedivano l'unificazione del paese. Affiliato alla carboneria dal 1827, si laure? in giurisprudenza ed elabor? i suoi primi saggi letterari, impregnati di un forte sentimento romantico. Arrestato su indicazione di un delatore, fin? carcerato nel forte di Savona fino al gennaio 1831; rilasciato, si rec? prima in Svizzera, poi a Marsiglia. All'estero lo raggiunse la notizia dell'insurrezione nei ducati e nelle legazioni emiliano-romagnole (1831), che lo spinse a scrivere a Carlo Alberto, cui si rivolse in nome della libert? e del sentimento nazionale. A Marsiglia, inoltre, fond? la Giovane Italia (e l'omonimo periodico), associazione a carattere repubblicano, nazionale unitario e democratico, che si differenziava dalle sette carbonare per la chiarezza del disegno politico, noto a tutti gli aderenti, il ripudio dei rituali clandestini, la volont? di formare con l'apostolato un'opinione pubblica di sentimenti italiani. In Francia Mazzini sub? l'influenza del sansimonismo, che segn? il suo pensiero sociale: di qui il rifiuto della lotta di classe, la persuasione che le societ? andassero articolandosi secondo diverse funzioni produttive non antagoniste ma complementari e l'intuizione, poi sviluppata originalmente, della forma associativa intesa come potente mezzo di progresso e di emancipazione. La Giovane Italia conobbe un immediato successo, presto vanificato dalla dura repressione operata dalla polizia del regno sardo. Arresti e fucilazioni spinsero Mazzini a trasferirsi a Ginevra. Fallito sul nascere il progetto di una spedizione armata in Savoia (1834), durante un nuovo soggiorno in Svizzera Mazzini fond? la Giovane Europa (aprile 1934), un'associazione rivoluzionaria d'ispirazione repubblicana, sorta grazie al coinvolgimento di esuli italiani, tedeschi e polacchi. Il nuovo sodalizio si proponeva di attivare un programma di azione comune ai vari gruppi democratici europei, nella prospettiva di una carta continentale ridisegnata sulla base del principio di nazionalit?. L'anno successivo (1835), in Fede e avvenire, Mazzini teorizzava la fine del primato rivoluzionario della Francia che, con il 1789, aveva concluso il lungo ciclo delle lotte per l'affermazione dei diritti individuali, e il passaggio dell'iniziativa emancipatrice ai nuovi popoli oppressi, in particolare all'italiano. Costretto a fuggire anche dalla Svizzera, superata la tempesta del dubbio, innescata dal tributo di sangue pagato dai cospiratori alla causa dell'indipendenza nazionale, Mazzini, agli inizi del 1837, giungeva a Londra. Gli studi letterari, i rapporti stretti con gli autori pi? celebrati del romanticismo europeo (Thomas Carlyle, Hugues Lamennais, George Sand), l'organizzazione di giornali operai e di scuole per i figli degli emigrati italiani furono momenti significativi della sua opera di sensibilizzazione e di apostolato condotta in seno all'opinione pubblica britannica. Egli continu?, tuttavia, a lavorare per una soluzione rivoluzionaria della questione italiana. Fallito il moto dei fratelli Bandiera (1844), peraltro non direttamente riconducibile al suo progetto insurrezionale, Mazzini contrast? duramente la pubblicistica d'ispirazione riformistica e neoguelfa (Balbo, Gioberti), bench? le speranze suscitate da Pio IX lo inducessero nel 1847 a un atteggiamento meno intransigente. Scoppiata la rivoluzione a Parigi (febbraio 1848 ), si spost? in Francia, dove fond? l'Associazione nazionale italiana; pass? poi a Milano insorta contro l'Austria, per battersi contro la fusione con il Piemonte e in favore dell'unit? repubblicana e democratica. Riparato a Lugano in seguito alla repressione dell'insurrezione milanese, tramontata la guerra di popolo con la repressione del moto in Val d'Intelvi (ottobre 1848 ), giunse nuovamente a Marsiglia; di qui, sbarcato a Livorno, raggiunse Firenze, dove un governo democratico, retto da Montanelli, Guerrazzi e Mazzoni, aveva rovesciato il granduca. Nel frattempo, fuggito Pio IX a Gaeta, l'Assemblea costituente dello stato provvisorio romano, sotto la spinta dei mazziniani, aveva dato vita a una repubblica (9 febbraio 1849 ).
:::-La sconfitta del programma repubblicano e democratico-:::
Mazzini cerc? invano di favorire la fusione fra i due centri rivoluzionari, primo nucleo di una possibile repubblica italiana, che sarebbe dovuta scaturire da una costituente eletta a suffragio universale; si trasfer? quindi a Roma, dove, il 29 marzo, insieme con Aurelio Saffi e Carlo Armellini fu eletto triumviro dall'assemblea. L'esperimento democratico fall? dopo pochi mesi a causa dell'intervento delle truppe francesi, austriache, spagnole e napoletane. Braccato dalle polizie europee, Mazzini fu costretto di nuovo all'esilio in Francia, poi in Svizzera, infine in Gran Bretagna. A Londra cerc? di raccogliere intorno a un Comitato democratico europeo (1850) gli emigrati politici fuggiti dal continente dopo i fallimenti del 1848; tent? di ricostituire la tela della cospirazione, distrutta per l'ennesima volta dalle autorit? austriache (fatti di Milano del febbraio 1853), affidandosi alla nuova struttura del Partito d'azione. Nel 1857 torn? a Genova per organizzare un moto, mentre il disegno d'insurrezione nel Mezzogiorno, perseguito da Carlo Pisacane, naufragava a Sapri. Condannato a morte due volte in contumacia dai piemontesi (1833 e 1857), da Londra Mazzini avvers? la soluzione diplomatica della questione italiana prospettata da Cavour; nel 1859, tuttavia, spinse i suoi a mettere da parte la pregiudiziale istituzionale e a combattere sotto le insegne sabaude. Giunto a Napoli nel 1860 sull'onda del successo della spedizione dei Mille, insistette inutilmente affinch? Garibaldi trattasse alla pari con Vittorio Emanuele l'annessione del Mezzogiorno. Ritiratosi a Lugano, poi a Londra, non riconobbe la soluzione monarchica del processo unitario, diffid? dei tentativi garibaldini su Roma (1862 e 1867) e si dedic? nuovamente alla cospirazione. La Falange sacra (1864) e l'Alleanza repubblicana universale (1866) furono le ultime associazioni cui diede vita. Arrestato a Palermo nel 1870 mentre si apprestava a guidare un moto nell'isola, rinchiuso a Gaeta, fu poi amnistiato e torn? in esilio. Fond? quindi "La Roma del popolo" (1871), dalle cui pagine si scagli? contro la Comune di Parigi e l'Internazionale. Ostile a Marx e avverso al concetto di lotta di classe, banditore di una religiosit? laica contro il materialismo ateo, favorevole a una forte educazione morale dell'operaio, legato a un ideale di lavoro autonomo e di cogestione gi? predicato nei Doveri dell'uomo (1860), nel novembre 1871, a Roma, ispirava il Patto di fratellanza fra le societ? operaie, che segnava l'atto di nascita del movimento operaio democratico in Italia. Mor? il 10 marzo 1872 a Pisa, sotto il falso nome di dottor Brown.
:::-Screenshot-:::[ Info sul file ]
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Profilo da testare: MTK PAL 6000
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