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La Battaglia Di Mosca - Arrigo Petacco - Ita [TNT Village]
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:::-Richard Sorge-:::
È un peccato che, a quarant’anni dalla sua uscita, nessun editore abbia pensato di ristampare il saggio che F. W. Deakin e G. R. Storry scrissero sulla vicenda intellettuale e politica di Richard Sorge, The Case of Richard Sorge, appunto (in Italia allora lo tradusse Einaudi). È un peccato perché la storia di quella che fu definita “la più grande spia del XX secolo” si presta oggi come non
mai a considerazioni che hanno a che fare con la geopolitica e i rispettivi interessi nazionali delle grandi e medie potenze, nonché sul giusto peso che i sistemi politici debbono dare alle alleanze strategiche su scacchieri internazionali. Né va sottaciuto o dimenticato il “fattore umano”, che nel caso di Sorge raggiunse vette inconsuete: tedesco da parte di padre, russo e nato a Baku da parte di madre, volontario nelle file della Werhmacht nella Prima guerra mondiale, più volte ferito e decorato al valor militare, agitatore comunista negli anni Venti e membro del Comintern sovietico, agente doppiogiochistain Cina e in Giappone negli anni Trenta.
“La più grande spia del XX secolo” abbiamo appena scritto, ma Sorge stesso non sarebbe stato d’accordo con questa definizione e vale la pena di capirne il perché: “Lo spionaggio normale cerca i punti deboli nelle strutture di una nazione. Il mio scopo era, invece, di mantenere la pace fra il Giappone e l’Unione Sovietica. Perciò, io non ritengo che le mie attività fossero contrarie agli interessi nazionali del Giappone”. Politicamente parlando, Sorge si era attribuito una missione più complessa che si può così sintetizzare: influire, attraverso l’ambasciata tedesca di Tokio, sulla politica di Berlino, indirizzandola in modo utile all’Unione Sovietica. In modo utile non voleva però dire nocivo per Berlino: Sorge era fra quelli che ritenevano giusta una politica di non aggressione fra i due Stati e che vedeva nello scenario dell’Estremo Oriente più logica un’espansione giapponese verso il Pacifico, ovvero contro gli Stati Uniti, che verso gli Urali, ovvero Mosca. Conosceva la geografia e sapeva farla interagire con la storia...
Il termine “spia”, si sa, ha in sé qualcosa di ambiguo se non di sporco, e non sorprende che Sorge lo rifiutasse. Ma prima di addentrarci un po’ di più sulla reale consistenza di quel rifiuto, va comunque detto che il comparativo qualificativo che l’accompagna è giustificato. Sorge, tanto per intenderci, fu colui che trasmise a Stalin la data dell’attacco di Hitler all’Urss e del Giappone agli Stati Uniti, fu l’uomo che non scassinava casseforti perché i documenti gli venivano mostrati dai loro proprietari, e non sparava per penetrare là dove gli interessava, perché le porte gli venivano aperte dai custodi del segreto...